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Slow Wine Fair

Il vino buono, pulito e giusto

Martina Roncadi, Giuditta Artioli, Giovanni Scarduelli | 29.02.2024 | 3 minuti

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Zupppa è un blog dedicato alla comunicazione nel mondo food & beverage.
Le parole, i volti, le scelte e le scommesse del settore più amato dagli italiani

"A fare da cornice a tutto questo, un messaggio implicito ma ben preciso: consumare prodotti sani e in maniera lenta, ritrovando così il piacere della buona tavola e dello stare insieme"

Slow Wine Fair 2024

Lo Slow Wine Fair, giunto alla sua terza edizione, è la fiera internazionale del vino: quello buono, pulito e giusto. Parole che potrebbero suonare familiari a chi fa parte del mondo agroalimentare, in particolare quello di Slow Food, movimento culturale nato nel 1986. Il payoff si rifà infatti alle celebri parole utilizzate nel manifesto redatto da Carlin Petrini, padre fondatore dell’associazione, per raccontare la mission del progetto: mangiare cibo buono, pulito e giusto, per l’appunto. Donando cioè risalto alla piacevolezza dei pasti come momento di voluta lentezza, destituendo la fast-life, e promuovendo la filiera corta e i prodotti italiani come sinonimo di genuinità, ed etica alimentare.

Lo Slow Wine Fair nasce quindi dall’associazione stessa la quale ha deciso di dedicare un’intera manifestazione al settore vitivinicolo, da sempre punta di diamante del territorio italiano e in continua espansione. All’interno dell’evento sono state presentate circa mille cantine italiane ed estere con più di 5.000 etichette, gli spirits della Fiera dell’Amaro d’Italia e numerose masterclass di approfondimento e degustazione. In questa occasione, rappresentanti di tutto il territorio e del mondo, hanno potuto presentare i loro prodotti e stringere rapporti commerciali, approfondendo i temi della filiera a 360 gradi con momenti di convivialità, scambio e riflessione.


Buono, pulito e giusto, dicevamo. È attraverso questo concetto che si è svolta l’intera manifestazione, che non ha volutamente lasciato spazio a vini industriali ma solo slow, di nicchia, artigianali e preparati con il meglio dei prodotti del Made in Italy. Vini rappresentanti di tante realtà diverse come espressione unica di un territorio: ogni vino infatti ha la sua storia, i suoi sentori, le sue uve e i suoi terreni che, grazie alla diversità del clima, arricchiscono i prodotti e rendono l’Italia unica al mondo.

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A fare da cornice a tutto questo, un messaggio implicito ma ben preciso: consumare prodotti sani e in maniera lenta, ritrovando così il piacere della buona tavola e dello stare insieme. È stato inoltre interessante vedere come, ogni azienda, si è avvalsa della propria comunicazione, dettaglio visibile soprattutto grazie alle etichette dei prodotti presentati che si sono distinte per la loro ricercatezza e originalità. A differenza di altri eventi fieristici, in cui l’elemento comunicativo ruota attorno alla capacità degli stand di catturare l’attenzione con led wall, brochure e iniziative dedicate all’interno del proprio stand, allo Slow Wine Fair questi elementi non erano presenti, presentando spazi più neutri ma non per questo meno convincenti. Il punto di forza di questa manifestazione sono infatti le persone: la loro capacità di raccontare il vino con uno storytelling ben costruito e, chiaramente, attraverso la degustazione dei prodotti. Ecco quindi che, più che mai, il gusto diventa centrale per comprendere al meglio quello che ci viene raccontato. Potrebbe suonare come un’antitesi ma, a ben pensarci, non sono molti gli eventi che hanno la possibilità di porre così tanta attenzione sul gusto, nonché il senso più importante in assoluto quando si parla di cibo. In contesti più ampi, questo elemento viene spesso a meno per via dei tempi ristretti e perché, a vincere, è una comunicazione più immediata che gioca sulla vista, per attirare l’attenzione di un potenziale cliente.

Slow Wine Fair - Vini

Il grande punto di forza dello Slow Wine Fair risiede dunque nel mancato pregiudizio, rendendo più democratica la scelta del produttore, con la riscoperta di gusti autentici e genuini, ma allo stesso tempo ricercati e sconosciuti ai più. Un’esperienza dunque di grande approfondimento e interessante per chi, come noi, non è un esperto di vini ma è curioso di conoscere realtà del nostro territorio estremamente preziose, approfondendo gli aspetti tecnici e produttivi, senza rinunciare alla scoperta di sapori nuovi e di altissima qualità.

Martina Roncadi

Laureata in Scienze della Comunicazione, ha seguito diversi corsi di specializzazione alla Scuola Holden di Torino tra cui “Food – Design dell’esperienza gastronomica”, grazie al quale si è accesa la miccia per la scrittura nel panorama enogastronomico. Amante dei viaggi, della buona tavola e della musica indie, il suo segno zodiacale è Ariete. Si consiglia pertanto di non farla arrabbiare. Fanatica dello sport, è campionessa olimpica di junk food e di coccole al suo gatto, Giorgio.

Giuditta Artioli

Appassionata di marketing e comunicazione, è in procinto di terminare gli studi magistrali in Pubblicità, Comunicazione Digitale e Creatività d’Impresa presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Le sue più grandi passioni sono la montagna, le maratone di riposini pomeridiani e la sua gatta, Chicca. È sempre in ritardo, tranne quando deve sedersi a tavola per mangiare i tortellini o qualsiasi alimento a base di cioccolato.

Giovanni "Gioz" Scarduelli

Illustratore, fumettista e visual designer, ha studiato visual design all’Istituto Design Palladio di Verona e illustrazione editoriale al MiMaster a Milano. Lavora principalmente con case editrici e quotidiani per cui disegna interni, copertine, storie, fumetti, lettering e qualsiasi cosa si possa fare con la matita. È appassionato di musica, letteratura americana e storie-di-supereroi. Ama i temporali estivi, Batman, i Green Day e il risotto con la salamella.